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SIDDI

In Marmilla, nella Sardegna centro-meridionale, basse colline tondeggianti ed ampie distese interrotte da un vasto altipiano basaltico con pareti rocciose a strapiombo, databile al periodo pliocene e denominato Sa Jara, a 184 m s.l.m. si adagia il comune di Siddi con i suoi 650 abitanti .

Un territorio suggestivo, irrepetibile: trecento specie di flora endemica, macchia mediterranea, sughere, zone palustri, i tipici cavallini. Un’area punteggiata da insediamenti preistorici che confermano la presenza continua di popolazioni dedite prevalentemente ad attività agricola.

 

Monumenti di età nuragica, edifici punici a carattere religioso, l’importante arteria viaria del periodo romano che collegava Cagliari all’attuale Porto Torres. Dalla decadenza dell’Impero romano le popolazioni si costituirono in abitati confinanti nel medioevo tra il Giudicati di Arborea e Cagliari, dai quali recepirono positivamente le influenze culturali, artistiche e stilistiche e architettoniche.

 

 

Giara di Siddi, mirto, cisto monpelliensis, lentischio, pruno spinoso, olivastri e la maestosa tomba dei giganti Sa Domu ‘e s’Orcu straordinario esempio di architettura funeraria (Bronzo Medio 1500-1300 a. C. circa). Proprio nelle sue vicinanze è stato rinvenuto l’anellone litico riferibile al Neolitico Medio che rappresenta sempre la più antica testimonianza di presenza umana nel territorio di Siddi.

Tra i diversi periodici storici, quello nuragico è senza dubbio il più presente nell’agro di Siddi con numerose testimonianze: villaggi nuragici, nuraghi a planimetria semplice, complessa, a corridoio e tombe dei giganti. Alcuni resti insediativi, frammenti ceramici, monete, testimoniano la presenza punica mentre il periodo romano è segnalato da monete e fini ceramiche da mensa; databile al VII secolo una fibbia di cintura, bizantina. La data di nascita di Siddi non è certa, si presume in età romana.

I primi documenti su cui compare il paese risalgono al Medioevo, nei registri vaticani che riportano l’esazione delle decime in Sardegna per gli anni 1346-1350 e 1357-1359 anche per il paese chiamato allora Silli. Nel 1368 il paese è concesso in feudo da Pietro il Cerimonioso a un tale Merlot di Cagliari che però non ne entrò mai in possesso.

Siddi fece parte del Giudicato d’Arborea nelle curatoria di Marmilla e ne seguì le sorti che videro le terre passare da feudatari, casate, baronie finchè nel 1839 tutti i feudi isolani tra cui Marchesato di Quirra cui apparteneva allora la Marmilla fu riscattato dallo stato sabaudo per 18.215 lire sarde. Nel 1848 Siddi è inserito nella provincia di Isili, nel 1859 in quella di Cagliari all’interno del mandamento di Lunamatrona.

Siddi rimase comune autonomo fino al 1927, poi aggregato a Lunamatrona e nuovamente autonomo alla fine del 1945.

Sulla storia del nome del paese invece non si hanno riscontri precisi. Severino Tassi ipotizza che il nome deriverebbe dal latino volgare Casilli per indicare casotti, casolari ossia piccoli gruppi di case. Poi trasformato nei secoli in Hasilli, Silli ed infine in Siddi. Altre interpretazioni poco documentate indicano che Siddi deriverebbe dalla parola araba Sidi, oratorio o piccola moschea o da Sid divinità punica riprodotta anche sul gonfalone del paese. Certo è invece Silli, il nome riportato negli archivi vaticani medioevali.

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